La ricerca tecnica sul colore estratto dalle piante e quella artistica sul tema dell’abitare a contatto con la natura che ci circonda, hanno trovato terreno fertile nella città di Valencia.

L’estrazione del colore dalle piante autoctone della comunità valenziana è stata un’indagine tra il rapporto con lo spazio, l’ambiente, il colore ed il bisogno personale di tradurre un’esperienza legata al luogo vissuto. Lo spazio compositivo dell’opera si è trasformato in uno spazio geografico astratto.

Per questo motivo l’opera non prende il nome della città e nemmeno della collocazione materiale in cui è stata creata ma dalle coordinate geografiche, che esprimono meglio la sensazione di un punto sospeso tra i luoghi.

Le piante utilizzate sono: Cynaria scolymus (scarti e petali del carciofo), Eucaliptus (foglie e legno), Allium cepa (pelle della cipolla rossa e gialla) e Olea europaea (foglie di ulivo).

L’utilizzo di queste specifiche piante nasce da una scelta ragionata e consapevole, che rispetta i tempi della natura, elemento importante quanto inevitabile dell’opera: lavorare con le piante stagionali, rispettando così i cicli naturali, vuol dire relazionarsi consapevolmente con essa e con l’ambiente in cui si vive.

Si tratta quindi di un’estrazione, non solo in termini tecnici di prelievo del colore delle piante, ma un tentativo di estrapolare un contenuto essenziale, di un sentire personale, attraverso l’utilizzo del colore come elemento narrativo, la realizzazione di una sintesi cromatica per comporre un’immagine.